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Stella del desert blues, Goumar Almoctar, conosciuto come Bombino, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Costretto a fuggire più volte con la sua famiglia, durante una visita i parenti dimenticano una chitarra che il piccolo Bombino tiene per sé, iniziando ad esercitarsi. Diventa allievo del celebre chitarrista Tuareg Haia Bebe e poco dopo entra a far parte della sua band, acquisendo il soprannome di Bombino, una storpiatura dell’italiano “bambino”. Inizia ad appassionarsi a Jimi Hendrix e Mark Knopfler, di cui studia le tecniche durante i pascoli tra Algeria e Libia. Tornato in Niger Bombino intraprende la carriera di musicista a tempo pieno ed il suo talento non passa inosservato. Nel 2009 un incontro casuale con il regista Ron Wyman cambia il suo destino. Ma è solo un anno dopo che Wyman riesce a rintracciare Bombino, nel frattempo costretto a fuggire in Burkina Faso in seguito all’assassinio di due membri della sua band, uccisi in una rivolta. Wyman dedica gran parte del suo documentario sulle tribù Tuareg a Bombino e diventa produttore di Agadez, l’esordio solista su disco (il primo album risale al 2009, Group Bombino – Guitars from Agadez, vol. 2).

Nel frattempo la fama del giovane talento cresce fino ad essere conosciuto in tutto il mondo e suonare nei più importanti festival musicali, con collaborazioni prestigiose, tra cui quella con Keith Richards. Dan Auerbach (The Black Keys) incontra Bombino e ne rimane folgorato, decidendo così di produrre Nomad, il terzo disco uscito in tutto il mondo ad aprile 2013 su etichetta Nonesuch/Warner. Registrato nello studio di Auerbach a Nashville, Nomad è l’incontro del desert-rock con il blues, suonato dalle abili mani di Bombino ed arricchito dalla sua voce intensa e vigorosa.

Le sonorità di Bombino ricordano quelle dei Tinariwen, vicini suonatori del deserto, ma le sue melodie elettrizzanti, che racchiudono lo spirito della resistenza e della ribellione, trasudano un groove irresistibile. Una versione del blues densa e magmatica, a cui si aggiunge la particolarità di svincolarsi dalla classica metrica basata sul “call and response” tra cantante solista e coro (solitamente femminile) rimpiazzando quest’ultimo con le disgressioni melodiche della chitarra. Compositore e chitarrista desert-rock, Bombino si rifà alle sonorità tipiche degli anni 60-70, da Jimi Hendrix a Jimmy Page, inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg.

In Italia il sound di Bombino ha conquistato tutti, da Fabio Fazio che lo ha voluto ospite a Che tempo che Fa a Jovanotti che affascinato dalla sua storia lo ha coinvolto nella produzione del suo ultimo album, infatti nasce “Si alza il vento”, frutto della collaborazione tra l’artista toscano e il chitarrista tuareg. Un concerto in cui condividere la freschezza del rock e il suo profondo desiderio di pace e libertà.

Il suo terzo album, Azel, è stato registrato a Woodstock ad ottobre 2015 ed è uscito all’inizio di aprile 2016 per l’etichetta americana Partisan Records. I fan di Bombino e della musica Tuareg in generale, noteranno diverse innovazioni nei brani di questo disco. La prima è l’introduzione di un nuovo stile di cui Bombino è pioniere e che lui chiama affettuosamente “Tuareggae”, un’unione tra il blues/rock Tuareg con lo stile reggae one drop. Un’altra è l’utilizzo per la prima volta di armonie vocali occidentali all’interno di brani di musica Tuareg, che danno alle canzoni nuova intensità. Infine la sua band risulta più energica ed unita che mai.

Pubblicato dalla Partisan Records il 18 maggio scorso e prodotto dal suo manager storico Eric Herman, Deran, tradotto come ‘migliori auguri’, è l’album di Bombino più diretto e coinvolgente, e porta con sé un messaggio di speranza e augurio ad un mondo che sta vivendo un periodo di grande dolore e tumulto.

Scritto e cantato interamente nella lingua madre di Bombino, Tamasheq, Deran è stato registrato in dieci giorni a Casablanca, nello studio del re Marocchino Mohammed VI. Si tratta del primo album di Bombino fatto in Africa, da quasi dieci anni. Bombino ha affermato “l’obiettivo di questo album è sempre stato quello di avvicinarmi all’Africa.” I dieci brani dell’album mostrano la grande capacità di Bombino di lavorare diversi generi, dal folk, al rock, passando per il blues e il funk e naturalmente il sottogenere “Tuareggae”, di cui è pioniere e precursore.

Il luminare della chitarra ed eroe folk Omara “Bombino” Moctar ha pubblicato il nuovo album “Sahel” il 15 settembre su Partisan Records. Sahel prende il nome dalla vasta regione africana che si estende da est a ovest dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso ed è l’attesissimo seguito del suo album del 2018 Deran che ha fatto di Bombino il primo artista nigerino nominato ai Grammy.

Per dare vita a “Sahel”, Bombino ha lavorato a stretto contatto con il produttore gallese David Wrench (David Byrne, Frank Ocean, Caribou, Goldfrapp, The xx, Sampha), trasferendosi con i suoi compagni nello studio Hiba di Casablanca (lo studio di registrazione più importante di tutto il continente africano) per dieci giorni per realizzare l’album. ‘Sahel’ è il lavoro più personale, potente e politico di Bombino. È anche il più vario dal punto di vista sonoro, una qualità che si è prefissato di raggiungere fin dall’inizio e che intende rispecchiare direttamente il complesso mosaico di culture e persone che compongono il Sahel stesso.

Negli ultimi anni, Bombino è diventato un artista acclamato in tutto il mondo e ha collaborato con numerosi artisti e ammiratori come Stevie Wonder, Keith Richards, Robert Plant, Dave Longstreth, Dan Auerbach e molti altri. Ha partecipato al Bonnaroo e al Newport Folk Festival, elogiato da Pitchfork come “autentico e ambizioso.”

ROARING EMILY JAZZ BAND

La ROARING EMILY JAZZ BAND sulla scena musicale da 25 anni, quando alcuni amici, per sperimentare nuovi orizzonti musicali, danno vita ad una band dixieland. Questa al suo interno raccoglie musicisti professionisti con un passato di musica classica , funky, jazz e popolare.

La Roaring Emily Band si esibisce in concerti di jazz tradizionale con particolare riferimento alla musica degli All Stars di Louis Armstrong che, con un quartetto od un quintetto composto da: tromba/trombone, clarinetto/sax, basso tuba, banjo e Wash bOard realizza il caratteristico sound del jazz di New Orleans.

Oltre ai classici brani legati alla memoria del grande “Satchmo”, il gruppo ha in repertorio una grande varietà di pezzi che abbracciano il jazz tradizionale nella sua accezione più larga, dal ragtime al blues.

“Dixie, jazz, swing ed energia allo stato puro gli ingredienti vincenti di una band che da oltre vent’anni scatena il pubblico in giro per l’Italia e l’Europa. Siete pronti a ballare?”

Noi siamo la “Roaring Emily Jazz Band”! Siamo la ormai mitica Street Dixieland jazz Band del festival “La strada del jazz” di Bologna

Il nostro jazz è di facile ascolto ed incontra il gusto di un vasto pubblico.

Lo stile ed il look della band è quello dei “Ruggenti anni venti” con brani tipo “When the saints go marching in” di Luis Armstrong ai più ballabili swing – lindy hop. anni 40 -50.

I musicisti si propongono come marching band per sfilate ed inaugurazioni, concerto da piazza o palco, situazioni più intime in quartetto sia acustico che con amplificazione. 

Vari gli spettacoli in Italia e all’estero con la partecipazione a diverse trasmissioni televisive. Da  25 anni la Roaring Emily Jazz Band si esibisce nei jazz club,teatri , piazze e strade di tutta Europa ( Francia,Germania,Svizzera,Portogallo,Spagna,Montenegro,Bosnia Erzegovina,Austria,Croazia,Slovenia,Repubblica Ceca,Svezia,Danimarca…..)

La proposta musicale della band è variegata:

avendo una strumentazione totalmente acustica il gruppo può muoversi liberamente e collocarsi in qualsiasi ambiente. Lo spettacolo può essere itinerante lungo strade o all’interno di piazze.

Il look anni ’20 con l’immancabile”Paglietta” porta lo spettatore nel clima tipico degli anni d’oro di New Orleans.

Musiche tradizionali jazz portano all’orecchio celebri melodie anni 30′ che vanno dal classico When The Saints go marching in di L. Armstrong, quelle più raffinate di George Gerswin per finire.

Semplice Complesso Acustico

Il Semplice Complesso Acustico è stato fondato da Massimo Evangelisti, conoscitore ed estimatore della musica Country. La band è nata con il nome “The Gamblers”, ai tempi del Liceo Righi di Bologna negli anni ’70, creata insieme ad altri amici musicisti che coltivavano la stessa passione. Dopo un periodo di inattività, Massimo ha voluto ricostituire la band, prima con i vecchi amici dei Gamblers e poi con i polistrumentisti Andrea Scorzoni, amico del Liceo, e Riccio Bonvicini, entrambi musicisti appassionati di vari generi musicali nati negli USA e in particolare del Country. Il Semplice Complesso Acustico è una band che ama esibirsi nel contesto dei musicisti di strada.

Come ogni band acustica in stile Country, non ha percussioni ma solo due voci (Massimo e Riccio), banjo (Massimo), chitarra acustica (Riccio) e un basso (Andrea) che nel tempo si è evoluto verso un saxofono basso, più adatto a un ambiente di buskers non necessitando di amplificazione.

Il repertorio comprende brani della “Old Time Country Music”, brani più recenti del Country legato ai centri urbani, con incursioni anche nella pop e rock music ma sempre in stile Country.

La band ha recentemente partecipato a diversi concerti rievocativi dei tempi del liceo e si esibisce regolarmente come buskers in mercatini rionali e nelle strade del centro di Bologna. Spesso al gruppo si aggiunge il giovane violinista Agostino “Ruben” Attianese, avellinese di nascita ma residente a Bologna, dove si è diplomato al conservatorio e dove lavora.

Armonicadance feat Sophia Karim Lawani

Armonicadance è un progetto sperimentale e innovativo ideato da un veterano della scena musicale rurale afro-americana: Andreino Cocco, uno dei padri dell’armonica blues in Italia, sulle scene dal 1979 con il Duo Cocco/Bisson.

All’armonica, e alle originali percussioni di Andreino Cocco si unisce Gianluca Caselli (sintetizzatore e programming), a sua volta armonicista, compositore ed appassionato di musica elettronica fondatore degli Armonauti Harmonica Trio .Una musica per tutte le età, che trova nuova linfa nelle tecnologie utilizzando campioni di voce dei grandi bluesmen del passato.

 

SOPHIA KARIM LAWANI è una armonicista cantante di origini franco-africane, che da venti anni professa il verbo della Black Music, attraversando i generi prediletti del  blues e del reggae, fino a raffinati standards jazz , musica francese, al più sanguigno -blues.

Sophia ha alle spalle diverse collaborazioni live con vari musicisti di livello nazionale e una vastissima esperienza sui palchi italiani ed europei ed ha all’attivo persino un tour in Africa, nel Benin (ex Dahomey)

BLUES FELLOWS

Gabriele Guidetti, armonicista + voce-ho iniziato agli inizi degli anni ’80 ed ho accompagnato importanti blues men italiani e stranieri oltre a varie band. Importante e indimenticabile la collaborazione con Giorgio Giò Cavalli durata più di 30 anni.

Rita Girelli, chitarra e voce. Da trent’ anni collabora come bassista con diversi artisti italiani e americani. Ha partecipato a numerosi festival blues in Italia, Europa, Australia e Canada. Collaborazioni: Gaetano Pellino, Vince Vallicelli, Pippo Guarnera, Groove City, SAx Gordon, Charlie Wood, James Thompson, Sara Zaccarelli, Daria Biancardi, Rick Hutton, Tolo Marton, Groove city, BBB.

Una collaborazione nata senza fretta, con l’dea di “guardare da vicino” ogni brano proposto indagandone la natura e le sfaccettature in modo da farlo proprio senza manierismi estetizzanti.
Nasce così un duo blues italiano che ha già al suo attivo una collaborazione con il padre del blues acustico italiano Angelo Leadbelly Rossi.
Un viaggio nel blues rurale, quello ipnotico dei Juke Joint dove si beveva Wishkey di contrabbando, tra visioni africane, minimalismo, storie alcoliche di disperati, accordature aperte, canzoni di lavoro, bottleneck scheggiati, il tutto condito con gli aromi del Mississippi blues, un blues diretto dove il silenzio tra una nota e l’altra crea tensione materica cullata da un pulsare ancestrale.

Marco Vignazia da 30 anni collabora con artisti blues, portando questa musica in locali e festival con progetti strutturati e di qualità, Mauro Gazzoni, professionista della batteria, insegnante spazia dal jazz al blues alla musica cantautorale alla musica classica con un lessico ritmico immaginifico e di prim’ordine dai mille colori.

Deep blues non è un progetto nostalgico, non è un progetto che guarda indietro, non è un progetto che guarda avanti è un progetto che guarda dentro, dentro al blues non come musica codificata ma come espressione indispensabile e necessaria.

Il repertorio pesca dai giganti del blues, Skip James, R.L.Burnside, Robert Johnson, Frank Frost, ecc. Proposti in modo irriverente e irrispettoso esattamente come avrebbero fatto loro!

ENRICO CRIVELLARO
considerato il più importante chitarrista italiano a livello internazionale e premiato in USA com Miglior Chitarrista dell’Anno sta continuando il suo tour mondiale E’ UN OCCASIONE UNICA POTERLO VEDERE in Italia accompagnato da una SUPERBAND che vede tra le proprie fila:
GIANLUCA TAGLIAVINI
organista e pianista specializzato nel sound dell’organo hammond è stato negli ultimi dieci anni tra i componenti della mitica Premiata Forneria Marconi , ha suonato in tour con la cantante Irene Grandi ed è l’organista ufficiale di Ian Paice dei Deep Purple esclusivamente per i tour in Italia
OSCAR ABELLI
conosciuto batterista dalle grandi capacità tecniche ed espressive ha collaborato nella sua carriera con Tolo Marton, Lucio Dalla, Ivan Graziani, ed a livello internazionale con Cris & Gage, James Monque’D, Pat Wilder
FOLLON BROWN
chitarrista e cantante che vanta collaborazioni con Cisco dei MCR con il quale ha composto brani ed inciso dischi , il cantautore rock Graziano Romani , Mel Previte chitarrista di Ligabue
MARTIN IOTTI
bassista e produttore per l’etichetta Kayman Records , ha inciso dischi e collaborato con artisti americani del calibro di Brian Templeton , Andy Just , Shawn Pittman , e con la sua band vanta di essere l’unico gruppo italiano ad aver suonato all’after-show della famosa popstar Harry Styles